Come noto, i pezzi da collezione Applevalgono un capitale. Soprattutto semolto rari. Ma proprio un capitale, roba da estinguere un mutuo. Non tutti i vecchi oggetti con una Mela sopra, anche se ben conservati, però possono farvi spuntare quelle cifre. E magari non hanno più neppure un collegamento emozionale con i propri possessori. Per ogni Macintosh conservato con religioso fervore da fan di Cupertino di vecchia data, è facile pensare che ci siano decine di Quadra, di G3 e magari di Powerbook che giacciono dimentichi in scantinati aziendali e privati.
E allora perché non donarli a un Museo, in modo che oggetti che hanno fatto la storia dell’Informatica smettano di far ruggine e, dopo essere stati catalogati e archiviati, possano un domani essere esposti e studiati? La donazione è una pratica consueta nel mondo dell’arte. Assai meno nel mondo della Scienza e ancor più della tecnologia, soprattutto se parliamo di un’operazione pubblica con una comunicazione dedicata. Una mossa che ora fa il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia, un’istituzione ben nota ai milanesi (e non solo) che negli ultimi 10 anni si è scrollata di dosso parecchia polvere (sì, i treni e gli aerei e le macchine di Leonardo ci sono ancora, ma c’è anche molto altro) per diventare un Museo proiettato nel XXI secolo (nonostante i cronici problemi di finanziamenti pubblici sempre più esigui).
Insomma, se in uno scatolone del garage avete un vecchio Mac o un iPod prima edizione o anche un software Apple d’antan, fateci un pensierino. Purché non sia un rottame. Per quelli ci sono le discariche.
A seguire dettagli e informazioni sull’iniziativa, con il comunicato del Museo della Scienza che spiega meglio i perché di una donazione:
Da oggi per la prima volta il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia lancia una campagna per ampliare le proprie collezioni con oggetti significativi per la storia recente della tecnologia.
Attraverso il sito www.museoscienza.org promuove la donazione da parte di cittadini di computer, stampanti, accessori a marchio Apple. Questa operazione, piuttosto insolita per un Museo, mira a stimolare il contributo di tutta la collettività per preservare il patrimonio tecnico-scientifico contemporaneo per le generazioni future.
Il Museo svolge infatti un ruolo di riferimento sul territorio regionale e nazionale per la salvaguardia del patrimonio tecnico scientifico, sia storico sia contemporaneo, secondo un accordo con il Ministero dei Beni e delle Attività culturali. Partecipa inoltre al consorzio europeo sulla Salvaguardia del patrimonio tecnico-scientifico degli ultimi 60 anni. Il patrimonio del Museo, costituito dalle collezioni (15mila beni tecnico-scientifici e artistici), dalla biblioteca (40mila volumi e riviste) e dall’archivio, è in continua espansione grazie a donazioni di singoli cittadini, aziende e istituzioni.
Non tutte le collezioni del Museo sono esposte. Tutte però sono conservate e studiate. Lo stesso varrà per gli oggetti donati: il Museo non garantisce che verranno esposti, ma certamente saranno custoditi in luoghi sicuri, catalogati e messi a disposizione degli studiosi. Potranno essere anche concessi in prestito per mostre o esposizioni di altre istituzioni.
Inoltre, in occasioni speciali, i conservatori e i curatori del Museo accompagneranno il pubblico a visitare i depositi e questo permetterà di rendere visibile il lavoro “dietro le quinte” per la conservazione del patrimonio. Infine le schede degli oggetti donati potranno essere pubblicate sul catalogo online delle collezioni, che attualmente è costituito da 3mila elementi ed è in continua implementazione. Questo rappresenta un ulteriore strumento per rendere accessibile a tutti l’intero patrimonio del Museo.
Fonte: http://malditech.corriere.it