Secondo la maggior parte di siti e blog di riferimento tecnologico questa mossa impopolare, che coinvolge anche gli altri App Store europei, escludendo, però, quello americano, sarebbe un modo per permettere agli sviluppatori di poter aumentare il loro margine di guadagno su di una singola applicazione.
Sappiamo che Apple vincola i propri sviluppatori ad un tariffario molto rigido. Chiunque voglia sviluppare un’app e venderla attraverso l’App Store deve scegliere la fascia di prezzo tra quelle imposte dall’azienda; se fino a pochi giorni fa il prezzo minimo era di 79 centesimi di Euro oggi l’ entry level è salito ad 89 cent. di Euro.
Ovviamente sono state ritoccate tutte le fascie di prezzo: cosi adesso quelle che prima costavano 1,59 passano a 1,79 e cosi via. Non sappiamo se questa mossa fermerà la furia d'acquisto dei consumatori ( fino ad oggi sono state scaricate 35 miliardi di applicazioni), ma certamente porterà ulteriori profitti nelle case del colosso statunitense.
Invece, secondo altre fonti questi nuovi prezzi sono dovuti all'aumento delle tasse in zona Euro. C'è chi scrive anche che l'euro non è più forte come un anno fa e i tassi di cambio sono cambiati in modo importante. Inoltre, Apple paga l'IVA al 15%, avendo la sede europea in Lussemburgo. Da tenere in considerazione che negli altri continenti Apple dà agli sviluppatori il 70% delle vendite, mentre il 60% europeo è probabilmente legato alle stesse tasse che avrebbero causato l'aumento delle tariffe. Con una percentuale di guadagni maggiore, il 40% contro il 30% nel resto del mondo, la casa di Cupertino si dovrebbe assicurare gli stessi margini di profitto che ha negli altri Paesi.
Apple ha anche comunicato di aver introdotto le tariffe delle app nelle valute locali di Russia, Turchia, Israele, India, Indonesia, Sud Africa, Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti. E se questo cambiamento non potrà far felici i consumatori italiani ed europei in generale, vale la pena dare uno piccolo sguardo anche agli altri negozio di applicazioni come Google Play, l'Amazon App Shop e il Windows Phone Store.
In questi shop i prezzi minimi sono rispettivamente di 50, 76 e 99 centesimi. In tutti e tre il 70% del prezzo di vendita va agli sviluppatori e il restante 30% a Google, Amazon o Microsoft, anche in Europa. C'è da tenere in considerazione che gli sviluppatori non sono obbligati a vendere proprie applicazioni ma possono anche distribuirle gratuitamente.
Inoltre bisogna ricordare che molte app sono a pagamento su un negozio virtuale, sono gratuite su altri e talvolta non sono neanche presenti. Ad esempio il noto Angry Birds è gratuito su Android ma ha un prezzo di 89 e 99 centesimi rispettivamente su iOS e Windows Phone. Possiamo fare un discorso simile anche per altri programmi, come SketchBook Mobile, che ha un prezzo di 1,54 euro nel Google Play e 1,79 euro nell'App Store ma non è disponibile sul Windows Phone Store
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